Божественная комедия / Divina commedia - страница 2

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Mentre ch’i’ rovinava in basso loco[10],

dinanzi a li occhi mi si fu offerto

chi per lungo silenzio parea fioco.


Quando vidi costui nel gran diserto,

Miserere di me”, gridai a lui,

“qual che tu sii, od ombra od omo certo!”.


Rispuosemi: “Non omo, omo già fui,

e li parenti[11] miei furon lombardi,

mantoani per patrïa ambedui.


Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,

e vissi a Roma sotto ‘l buono Augusto

nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.


Poeta fui, e cantai di quel giusto

figliuol d’Anchise che venne di Troia,

poi che ‘l superbo Ilïón fu combusto.


Ma tu perché ritorni a tanta noia?

perché non sali il dilettoso monte

ch’è principio e cagion di tutta gioia?”.


“Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte

che spandi di parlar sì largo fiume?”,

rispuos’ io lui con vergognosa fronte.


“O de li altri poeti onore e lume,

vagliami ‘l lungo studio e ‘l grande amore

che m’ha fatto cercar lo tuo volume.


Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore,

tu se’ solo colui da cu’ io tolsi

lo bello stilo che m’ha fatto onore.


Vedi la bestia per cu’ io mi volsi;

aiutami da lei, famoso saggio,

ch’ella mi fa tremar le vene e i polsi”.


“A te convien tenere altro vïaggio”,

rispuose, poi che lagrimar[12] mi vide,

“se vuo’ campar d’esto[13] loco selvaggio;


ché questa bestia, per la qual tu gride,

non lascia altrui passar per la sua via,

ma tanto lo ‘mpedisce che l’uccide;


e ha natura sì malvagia e ria,

che mai non empie la bramosa voglia,

e dopo ‘l pasto ha più fame che pria[14].


Molti son li animali a cui s’ammoglia,

e più saranno ancora, infin che ‘l veltro

verrà, che la farà morir con doglia.


Questi non ciberà terra né peltro,

ma sapïenza, amore e virtute[15],

e sua nazion sarà tra feltro e feltro.


Di quella umile Italia fia salute

per cui morì la vergine Cammilla[16],

Eurialo e Turno e Niso di ferute[17].


Questi la caccerà per ogne villa,

fin che l’avrà rimessa ne lo ‘nferno,

là onde ‘nvidia prima dipartilla.


Ond’ io per lo tuo me’[18] penso e discerno

che tu mi segui, e io sarò tua guida,

e trarrotti di qui per loco etterno;


ove udirai le disperate strida,

vedrai li antichi spiriti dolenti,

ch’a la seconda morte ciascun grida;


e vederai color che son contenti

nel foco, perché speran di venire

quando che sia a le beate genti.


A le quai poi se tu vorrai salire,

anima fia[19] a ciò più di me degna:

con lei ti lascerò nel mio partire;