– Le spedimmo una lettera subito.
Dal suo tono e comportamento Vladislava capì che lui era consapevole di tutto quello che era successo.
Passarono sei mesi prima che Vladislava, donna forte e volitiva, cominciasse di nuovo a percepire il mondo. Grande fiducia nella gente e nobiltà innata si sono trasformate in sfiducia e paura. Le sue indubbie capacità organizzative e lavorative sembravano inutili, la bellezza era svanita a causa del lavoro.
Capitò l’occasione di fare dei corsi di scuola alberghiera, si iscrisse senza tanto entusiasm0. Il futuro lavoro le sembrava noioso e monotono, senza possibilità di crescita professionale. Questo la opprimeva.
Per fortuna capitò subito il posto lavorativo in un albergo vicino alla stazione ferroviaria..
Per un po’ di tempo ci perdemmo l’un l’altra di vista. Io stetti in ansia per lei. La chiamai. Mi rispose e mi disse che da poco aveva sepolto sua madre e che tutto andava male.
Io dissi tutto quello che è necessario dire in queste occasioni, fortemente convinta che tutto il male sarebbe finito. Qualcuno la cercherà in questo enorme mondo.
Traduzione Alfredo Bertollo
La domanda era inaspettata nella sua semplicità e mi colpì subito.
– Are you happy? – domandò e continuò:
– Sono felice ogni minuto. Dio porta attraverso di me un messaggio di gioia, io trasferisco questo sentimento alla gente, li faccio più sereni, li libero dalla monotonia e dalla noia. Faccio quello che voglio. Questa è la mia missione.
Guarda questo tamburo. Il suo corpo è fatto da un tronco di un rarissimo albero, che mi permette di estrarre questo unico suono: tum-tum. In diverse tonalità. Tum-tum! E» coperto dalla pelle di un bufalo con una speciale lavorazione.
Bisogna avere le mani molto forti per suonare questo strumento. Provi i miei calli, sono molto forti. Dio ha compensato il fatto che le mie gambe non funzionano dandomi queste forte mani. Se le mie gambe lavorassero ti porterei come una piuma.
Sanno fare di tutto queste mani. Vedi il mio abito? Grazie, davvero elegante. Faccio tutto con le mie mani.
E, in più, mi piace cucinare tutti i piatti della cucina africana; sono di origine somala. Mio padre era un noto antropologo. Anch’io continuo a scrivere un libro dedicato a quella disciplina e, certamente, preparo un disco di musica africana. Voglio che tutta la gente di questo mondo conosca la nostra cultura. Voglio portare la gioia. Non mi piace annoiarmi.