La situazione politica in Italia. Motivi di contrasto. La seconda guerra d'indipendenza aveva lasciato insoluto il problema dell'unificazione d'Italia: mancavano lo Stato Pontificio, il Regno delle Due Sicilie[3] e il Veneto.
La soluzione si presentava difficile e il conte di Cavour primo ministro presso la corte del re di Savoia Vittorio Emanuele II[4], era consapevole delle pericolose ripercussioni che un'iniziativa piemontese avrebbe suscitato in Europa.
Napoleone ///era intransigente sulla integrità territoriale dello Stato Pontificio, l'Austria era decisa a mantenere il Veneto e a favorire la politica reazionaria dei Borboni nell'Italia meridionale.
Data la situazione, il governo piemontese concentrò ogni sforzo nel consolidamento dei risultati raggiunti e preferì non affrontare subito la questione. All'opera diplomatica e moderata del Cavour si sostituì Vazione rivoluzionaria dei democratici, che fu decisiva per l'unità d'Italia.
Il Regno delle Due Sicilie. Alla morte del re Ferdinando II (1859), era salito al trono il figlio Francesco IL Uomo mediocre, convinto di poter seguire la politica reazionaria del padre, il nuovo sovrano non si curò di apportare i miglioramenti politici ed economici dei quali il paese aveva urgente bisogno, e rifiutò l'alleanza con il Piemonte, offertagli dal Cavour.
Il malcontento serpeggiò nel regno delle Due Sicilie e creò il terreno favorevole alla propaganda rivoluzionaria mazziniana.