Sono a San Marco… sto cercando di trovare almeno una torcia nel buio pesto, ma invano – la città è lasciata senza elettricità, non vedo alcuna luce. Intorno a me ci sono solo case nere e morte. Tutto qui è finto. Di cartone! Spaventoso!! Sinistro!!!
E corro via in un lungo abito tessuto dalla Nebbia, via, lungo i ponti, cercando il Fiume che trasporta le anime in cielo. Sto correndo senza fiato lungo lo scenario di case di cartone nero, alle cui finestre non c’è luce <…> Finalmente! Ho trovato il punto di transizione: sono arrivata in un luogo dove non c’è nessun ponte, ma ci sono dei gradini che entrano nell’acqua e dei gradini simili che escono dall’acqua sul lato opposto. Non si può saltare dall’altra parte. È uno specchio, che riflette tutto ciò che c’è qui. Peccato che nessuno veda cosa vedo io e come vedo il mondo terreno ora: è diventato un mostro di cartone, nero e minaccioso!
Mi siedo sui gradini che conducono all’acqua, in attesa dei miei genitori, che stanno per venire a prendermi, e sto guardando il cielo nero, dove è appesa la Luna enorme. Ma anche la Luna è… di cartone!!! Sto guardando il suo riflesso: wow! – qualcuno ha ritagliato una copia di cartone della Luna celeste e l’ha posizionata sull’acqua dello stesso cartone (!!!)…
I genitori, apparsi dallo Specchio, si stanno avvicinando ai gradini sull’altra sponda del fiume. Ma all’improvviso, da questa parte, dietro le mie spalle, si sono sentiti dei passi che rimbombavano: l’Uomo in Nero mi ha preso con cautela in braccio, come una bambina, e mi ha portato via.
San Marco. Mattina. Il Sole. La piazza pian piano si sta animando inondata di gente. Fermata presso una colonna vicino al Duomo, vedo il mare e l’isola di San Giorgio di fronte. Sono in un vestito bianco. Sta suonando una musica allegra. E poco a poco comincio a vedere Venezia come la vedevo prima. Ma… come sono finita qui? Cosa sto faccendo qui?
Sono circondata da fantasmi: i miei amici della Biblioteca dell’Universo ed i miei genitori.
L’Uomo in Nero sorride invitandomi a ballare con lui proprio sulla piazza. I fantasmi ci stanno circondando. Nessuno li vede tranne me. Peccato. Adesso vedo i fantasmi anche di giorno. Molto più chiaramente di tutto ciò che vede la gente comune. I fantasmi sussurrano: «Alice, dai, sorridi! Balla, per favore! Lo volevi così tanto! Hai bisogno di lui!»